L’Arte di “fare” il pane. Intervista a Francesco Paolantoni

Sabato 15 Novembre, ore 17.00

Siamo al Palazzo delle Arti di Napoli, ubicato nello storico Palazzo Carafa di Roccella in Via dei Mille.

L’ambiente è molto familiare e piacevole, ad accoglierci volti sorridenti e allo stesso tempo incuriositi da quei quadri colorati, una novità.

I quadri, oltre 40,  sono mosaici di pane su tela dalle forme immediatamente riconoscibili, con una diversa simbologia per parete, tra le quali naturalmente spicca perfettamente contestualizzata la città di Napoli.

Al centro del cortile il protagonista della serata, l’artista di quei mosaici, un volto noto, un personaggio poliedrico e conosciuto nel mondo teatrale, televisivo, radiofonico e cinematografico: Francesco Paolantoni.

“Pane al Pan” è il titolo della mostra del comico napoletano, un semplice gioco di parole ma attentamente studiato, come le pareti che ospitano quei mosaici, ognuna guidata da un concetto differente e che sembrano ripercorrere le sue passioni; da Napoli passando per la televisione, il cinema, il fumetto, la musica, i viaggi e ancora, la meditazione.

Semplicemente sorprendente.

Come la scelta di utilizzare molliche di pane ben impastate e lavorate, per esprimere la propria vita e le proprie emozioni ma, la scelta di elaborare l’alimento principale delle nostre tavole, l’alimento vitale per farne “arte”, lo è ancora di più.

Ma non è tutto, dietro le quinte c’è molto di più e lo abbiamo chiesto direttamente a Paolantoni che, come di consueto sorride e ci accoglie in modo gentile.

Paolantoni, prima di tutto le faccio i complimenti per la mostra. Ho letto che dietro le sue opere si cela un messaggio sociale molto preciso, ce lo racconta?

 Si, esatto. Sono in collaborazione con la Fondazione Polis della Regione Campania, che si occupa di combattere la mafia valorizzando e gestendo i beni confiscati alla criminalità organizzata.

Inoltre, dal 2004 nell’area vesuviana nasce UNIPAN (Unione Regionale dei Panificatori Campani) con l’intenzione di dare risalto nazionale e internazionale a uno dei prodotti più importanti della nostra economia, il pane. L’Associazione da sempre si schiera a favore della normativa sul confezionamento del pane approvata dalla Regione Campania; dalla parte del panificatore, ma anche chiaramente nel pieno rispetto dei consumatori, per tutelarli.

 Dunque, uno scopo nobile, un modo per sensibilizzare anche i cittadini ad un uso più scrupoloso del pane.

 Certo. Spesso, proprio un alimento quotidiano come il pane, ha contribuito ad alimentare l’economia illegale della camorra, della mafia. In questo senso, è proprio attraverso associazioni come queste che si punta allo sviluppo di una nuova economia, valorizzando allo stesso tempo le eccellenze locali, il pane prima di tutto, il prodotto più “consumato” sulle nostre tavole, l’elemento vitale, primario.

Oltre alla gratificazione personale per i mei lavori, l’incontro con queste associazioni e il loro sostegno in questa collaborazione è un valore in più ed è una grande soddisfazione per chi come me si impegna in questo tipo di iniziative.

 La tecnica di produzione di questi veri e propri mosaici di pane è molto curiosa. Ci può spiegare il procedimento che ha utilizzato e come ha realizzato il processo di colorazione?

 Certo, è una tecnica che realizzo da questa estate.

Semplicemente prendo la mollica di pane integrale o bianco e la impasto a mano con l’aceto per evitare che si deteriori; per quanto riguarda la colorazione poi, a seconda del colore che devo realizzare, utilizzo spezie naturali, un po’ come si faceva anticamente con i pigmenti naturali, nulla di chimico.

Ad esempio per realizzare il verde utilizzo il prezzemolo, per il rosso utilizzo la paprika, per il giallo il curry.

Terminato questo processo di colorazione, passo alla realizzazione dei cubetti di pane, plasmandoli e facendoli essiccare qualche giorno. Poi in ultima fase, si passa al disegno vero e proprio incollando i dadini uno ad uno sulla tela.

Come nasce questa invenzione e soprattutto fa anche altro come artista in questo senso? Dipinge per esempio?

In realtà questa mia “invenzione” nasce per puro caso; per una mia personalissima nevrosi, mi sono sempre divertito a realizzare cubettini di pane, durante le cene, nei ristoranti.

Un giorno mi è capitato di formare un cuore con questi dadini di pane e da lì ho pensato che si potesse fare “arte” anche con un alimento come il pane. Ed ecco queste “elaborazioni alimentari”.

No, non dipingo; da giovane facevo il fumettista, mi divertivo disegnando e vendevo anche i miei disegni.

Ma in special modo spicca la città di Napoli nei suoi mosaici, con i suoi inconfondibili elementi

Si c’è la mia città ma c’è di più, c’è la mia vita, le mie passioni, i miei interessi.

C’è l’angolo cinema per esempio con Fellini, Charlie Chaplin, Groucho Marx; c’è l’angolo mistico e di meditazione con raffigurazioni di Budda, l’occhio di Rha e un grande punto interrogativo. L’angolo città con il Big Bang Beng, la Tour Eiffel, la Sagrada Familia; l’angolo musica con John Lennon, ma soprattutto si, c’è Napoli con le sue peculiarità; il Vesuvio, la Sirena Partenope, la rievocazione di un mito come Maradona con il numero 10, Totò che naturalmente non poteva mancare e San Gennaro.

Nel frattempo, dal 14 Novembre, fino al 17, è approdato con il sostegno di ExpoArt Magazine, ad ArtePadova, la Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, un bel traguardo.

Si esatto, c’è una mia opera in esposizione ad ArtePadova, un Budda come questo (indicandomi il Budda esposto nell’angolo meditazione).

Complimenti ancora e grazie per la disponibilità.

Nel frattempo durante l’inaugurazione, Paolantoni, ha vinto anche un premio da miglior protagonista del corto di Nello Mascia, Incontro con Eduardo.

Adesso c’è un bel buffet ad attenderci a base di pane e prodotti genuini. Tutto naturale e molto divertente, come il tipico “folklore” napoletano che quei mosaici e quei colori raccontano.

Al termine della mostra, portiamo a casa un sacchetto di pane confezionato dalla Fondazione Polis.

Nel cortile è esposta la mitica Mehari del cronista napoletano Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985 e diventato simbolo della lotta alle mafie.

Gran parte del ricavato della mostra sarà devoluto alla Fondazione Polis, un gran gesto da parte del nostro artista.

pubblicato su ExpoArt Magazine

 

 

 

 

 

 

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