Luca Caricato

Luca Caricato è un artista poliedrico.

È un pittore, ma prima di tutto è uno studioso di arte, un osservatore attento, un interprete.

Noto per i suoi studi di storia dell’arte, ha saputo perfettamente “giocare” applicando un insaziabile amore per l’arte alla scienza, segnato da una grande passione per Leonardo Da Vinci, con il quale l’artista stringerà un legame indissolubile.

La sua è un’arte di sperimentazioni, una ricerca appassionata; da grande conoscitore di Leonardo interpreta e rilegge alcuni dipinti del genio vinciano applicando studi di fisica ottica, stereoscopia, geometria e filosofia, dimostrando una grande esperienza in materia. La stessa esperienza che gli ha permesso, “sporcandosi le mani con i colori” come dice egli stesso ma senza mai perderne la dimestichezza, di sperimentare metodi scientifici, dimostrandosi, all’interno dei suoi dipinti, perfettamente padrone di regole geometriche, proporzioni, anamorfosi, quelle che soltanto i precursori come Leonardo conoscevano; Luca farà uso della sezione aurea esattamente come nelle sperimentazioni del Da Vinci o più tardi in quelle di un Mondrian.

Appassionato di esoterismo e alla ricerca di messaggi celati dietro codici, le sue acute osservazioni gli hanno permesso di interpretare alcuni dei dipinti più celebri dei grandi maestri, tra i quali La Gioconda, il Cenacolo e La Vergine delle Rocce; la sua tesi di laurea, nella quale confluiscono le sue interpretazioni, risulta essere una scoperta per diversi docenti universitari, tanto da essere balzata alle cronache nazionali; la scoperta di un’altra opera nelle opere di grandi artisti come Leonardo e come più tardi il Caravaggio.

L’introduzione di codici esoterici all’interno di dipinti era una pratica già ampiamente diffusa nella storia dell’arte da Giotto a Tiepolo, Leonardo ne fu uno dei principali assertori, quasi assente negli artisti dopo la Rivoluzione Francese, per poi risvegliarsi soltanto con Apollinaire, poeta e critico d’arte francese, Breton, teorico del movimento surrealista, poi Picasso e Braque, per approdare infine a Magritte e a Dalì naturalmente.

Ed è proprio a Dalì che sembra ispirarsi uno dei dipinti di Caricato, Traditi tra pietre, dipinto nel 2002 e premiato con una borsa di studio consegnatagli dal celebre critico Philippe Daverio.

L’opera ricorda da vicino dipinti del pittore catalano, soprattutto in quegli elementi del quadro distribuiti in maniera disorganica nello spazio aperto, nella luce che genera ombre profonde sulla superficie degli oggetti e in quegli accostamenti bizzarri di colore; nel dipinto del giovane lucano, l’elemento che ricorre è una lingua, un lingua dotata di ali, un paradosso, e appesa come gli “orologi molli” di Dalì. Come dipingendo in Tutto è compiuto un Cristo sospeso in aria e coronato di alloro in maniera inconsueta, rovescia ogni tipo di convenzione imponendo quell’idea cara ai surrealisti che a comandare sia il pensiero, in assenza di qualsiasi controllo della ragione e al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale. E con Dalì Caricato divide la passione per il mondo onirico, in quegli accostamenti surreali, in quelle immagini che traducono pensieri visibili e che si creano con assoluta libertà di linguaggio, la stessa che quella lingua esprime.

Una necessità quella di comunicare che ritorna nel triplice autoritratto Passato Presente e Futuro, dipinto nel 2004 e partecipe di una mostra itinerante nella provincia di Potenza, dove ad accompagnarlo nel cammino c’è la stessa lingua, che si libra nel cielo azzurro come un gabbiano, fedele compagna di viaggio, un viaggio verso un’unica direzione, la stessa per il presente e il passato, un cammino verso il futuro. È un triangolo, quello della vita di ognuno che si incrocia ma scorre costantemente attraverso il tempo e le stagioni, con abiti diversi, ma sempre noi stessi.

I suoi personaggi ricordano quelli di un fumetto al quale sembra ispirarsi; una delle passioni dell’artista sarà proprio questa, che gli ha permesso di pubblicare con la più prestigiosa libreria di fumetti a Parigi, La Boulinier e allo stesso tempo di realizzare cartoni animati e numerosi prodotti audiovisivi di cui si occupa dal 1998 nell’ambito della Comunicazione Sociale.

Nei suoi dipinti c’è il suo di mondo, i suoi sogni ricorrenti, la sua anima che respira; ha un volto finalmente, inchiodata lì su quella tela e dannatamente espressiva, è Volto di un’anima del 2004.

Attento studioso della pittura o instancabile ricercatore, l’arte per lui è prima di tutto un’esigenza, quella di potersi esprimere e comunicare col mondo, qualsiasi sia la sua forma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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