Maxtin possiede uno stile singolare, inconsueto, originale.
Un artista che gioca con le forme e i colori, costruendo geometrie piane, senza volume, linee spezzate, frutto della propria fantasia. Un mondo insolito, creato da spazi colorati che tracciano profili immediatamente riconoscibili, semplici come il mare, le barche, i raggi del sole. Costruzioni rettangolari disegnano palazzi, grattacieli che sorridono, come sorridono quei colori brillanti, puri, accostati in maniera straordinaria e molto personale.
Se potessimo riconoscere lo stile di Maxtin nell’arte del passato, potremmo accostarlo al movimento neoplastico degli anni Venti del Novecento, basato su forme pure, bidimensionali, la cui unica espressione resterebbero la linea e il colore. Semplice e lineare, la sua arte non è immune dal sentimento, non è libera, ma al contrario è incatenata dalle proprie emozioni, come un cuore intrappolato e imprigionato per sempre da un lucchetto, come il cuore di chi ama, di chi vive un amore leggendario. Maxtin ama il simbolo del cuore, che ricorre in maniera costante nelle sue opere; cuori riutilizzati come logo della famosa casa Benetton o come semi di carte da gioco, segno inconfondibile del suo passato da Croupier, come il trio di assi, picche, cuori e fiori.
Un’atmosfera ludica e leggera avvolge superfici colorate come il celebre cubo di Rubick; egli ama profondamente le geometrie che disegna, pulite, ordinate, tese in un acrilico smaltato.
Nelle sue opere c’è l’idea di un mondo migliore, autentico, ordinato come le linee che guida sulla tela. Griglie con tessuti all’interno simboli riconoscibili, immediati, che arrivano al cuore, all’anima, nonostante la loro apparente impassibilità e il loro distacco da forme sinuose, morbide, plastiche.
L’artista ama le linee semplici, ma allo stesso tempo le impreziosisce con applicazioni Svarowsky, come le celebri bottiglie di vino che decora come opere; Maxtin è anche il creatore della Wine Art nel mondo, con la quale sta attuando diversi progetti, portati fino in Cina.
Dallo scorso aprile, ha stretto un sodalizio con la casa automobilistica Mercedes-Benz, con la quale collabora tuttora; l’ultimo evento lo scorso 25 settembre a Lugano, dove vive; LineS for Stars, che ha visto la presentazione della nuova linea di automobili della casa tedesca e contemporaneamente l’elaborazione di uno stile diverso, un nuovo concetto di arte, legato alla linea, esposto in maniera sorprendente.
Un nuovo modo di fare arte.
Lucano di origine, Maxtin non dimentica la sua terra, genuina, semplice e immediatamente ravvisabile nelle sue tele, in quei raggi di sole colorati, in un vaso di fiori profumati o ancora, in una farfalla dai colori brillanti.
Le sue tele ricordano un collage, fatto di accostamenti armoniosi e simboli colorati; un mondo migliore, quello in cui potremmo ancora sperare, almeno disegnandolo.
La bellezza delle sue opere è nell’aver toccato l’anima con uno stile insolito e una semplicità sconvolgente.
pubblicato su In Arte Multiversi Magazine