Il progetto espositivo Desinenze di luce, presentato in occasione dell’Anno Internazionale della Luce, nasce dall’incontro e dall’unione di due forme espressive, la fotografia e la poesia. Renato Maffione e Andre Gal- gano eseguono a quattro mani e guidati dal linguaggio della luce un componimento unico, nel quale gli scatti fotografici di Maffione divengono luogo d’ispirazione e luce, intesa come stimolo, per le poesie di Galgano. Segni differenti che definiscono differenti espressioni, finendo per non poterne prescindere.
La desinenza è luce che rivela la materia e la forma in ogni singolo scatto, ciò che determina la natura di un’immagine e di una parola. Lo scatto è materia, come la poesia e la luce, come la stessa arte; non esisterebbe arte visiva senza luce, non esisterebbe conoscenza vi- siva se non legata ai sensi e rivelata dagli stessi. Fattore imprescindibile della storia dell’arte e della scienza e principio alla base della fotografia, la luce crea le for- me e i volumi attraverso contrasti chiaroscurali, crea profondità, distanze nello spazio, generando sensa- zioni diverse, legate a luminosità differenti.
Nell’arte visiva, il medioevo e la tradizione figurati- va bizantina rinunciano all’idea della luce, come gran parte della cultura rinascimentale, per riscoprirla poi
nelle delicate e morbide sfumature dipinte da Leonar- do Da Vinci, e più tardi nel Caravaggio, che avvolge corpi e oggetti di luce, memore della lezione del Ri- nascimento veneto, trasmettendone un senso forte- mente realistico e quasi teatrale e conferendo alla luce il ruolo di protagonista nelle sue rappresentazioni. Sarà il Seicento a dare maggiore rilievo al tema della luce con la nascita delle ombre e delle tensioni, di cui Rembrandt si fa ottimo interprete. Un tema che porrà basi scientifiche con il Pointillisme di George Seurat, accostando punti di colori per conferire maggiore lu- minosità al disegno e per far compiere all’occhio quel processo di fusione e mescolanza di toni, nel rifiuto di un’idea impressionista, ancora legata alla reciproca influenza dei colori.
Le fotografie di Maffione si creano attraverso la luce, anima dello scatto, attraverso luminosità differenti.
L ’ artista cattura soggetti che riproduce sulla macchi- na scegliendo una personalissima luce, talvolta ripe- tendoli, e modulandone il chiaroscuro con delicati e contrastanti toni cromatici. Maffione restituisce vita a immagini reali, suggerendo all’osservatore sempre nuove percezioni dei soggetti ritratti e nuove forme generate dalla mente; scorci di abitazioni, paesaggi, particolari e dettagli resi eterni dallo scatto. L’ appa- recchio fotografico è solo un mezzo per effigiare atti- mi; è l’occhio a consentire quello sforzo immaginativo tale da isolare il particolare trasformandolo in imma- gine fotografica.
L’arte di Maffione non si riduce alla singola istantanea, l’artista interpreta la realtà attraverso il proprio sguar- do, indagando la sfera percettiva e la psicofisica, che studia le relazioni tra lo stimolo fisico e luminoso e la risposta percepita. È lo sguardo il segreto della sua fotografia, il saper osservare attentamente e cogliere un’immagine nell’attimo prima che avvenga lo scatto, sapendone afferrare la luce, capace di infondere quiete e movimento alla figura. Ed è su quella stessa luce che prende corpo la poesia di Galgano, che, come illumi- nato da quelle immagini, riesce a cogliere l’anima della rappresentazione infondendogli la parola, e rivelando il suo più intimo segreto.
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